[postlink]http://videodisport.blogspot.com/2010/03/albertville-1992-il-primo-oro-olimpico.html[/postlink]http://www.youtube.com/watch?v=rM5rlogOCfwendofvid
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Ad Albertville, Stefania Belmondo, ventitreenne va all'assalto di quelle che devono essere le sue Olimpiadi. Arriva all'ultima giornata di gare con un Argento individuale e un Bronzo in staffetta: la 30 km è gara nuova nel programma olimpico e lo scricciolo di Pietraporzio inaugura l'albo d'oro a cinque cerchi con la sua firma.
Corriere della Sera - 22 febbraio 1992
"E proprio dalla tribuna si leva il conto alla rovescia che spazza via i dubbi di Stefania gia' passata sotto il traguardo, che muta in un grido di gioia l' ansia dell' attesa. Liubov Egorova e' ancora lontana e il tabellone elettronico scandisce la sua rimonta impossibile, ed infine sovrappone il tempo ottenuto dall' azzurra a quello della russa, destinato ad appesantirsi di secondi di svantaggio: alla fine saranno ventidue. Ma ad un certo punto della gara, esattamente tra il 18mo e il 20mo chilometro i secondi si erano ridotti a 4.9 soltanto; la partenza bruciante della Belmondo sembrava fare i conti con lo sforzo calcolato della Egorova. Quel vantaggio rassicurante di 27" dopo 6,9 km aveva avuto il potere di far passare un brivido di euforia in mezzo alle genti azzurre, tecnici, dirigenti e pubblico imbandierato, capace di sfrattare per una volta i norvegesi dal loro accampamento. Eppure anche quel vantaggio disossato bastava a tenere in vita la fiducia, perche' Stefania non sembrava avvertire la fatica, il passo tanto leggero da far dire a Manu' Di Centa (alla fine sesta, con Paruzzi dodicesima): "E' come una farfalla che vola altissima".
Insomma la trama di corsa era un dialogo a due: ad ogni passaggio tutti li' ad aspettare Stefania, e poi come metronomi a scrutare l' orizzonte e l' orologio per confrontare il tempo della Egorova, partita tre minuti e mezzo piu' tardi. Ed ecco che quei miseri 4" e 9 di vantaggio diventano 7", poi 10" e a mano a mano si ingrossano, fino a diventare rassicuranti. Ma come spiegarlo alla fanciulla che nella 5 km ha smarrito il bronzo, che sentiva suo, per tre secondi appena? Ed e' bello che tocchi al paese in coro annunciare che il tempo per una medaglia d' oro femminile nel fondo e' ormai alle porte. Stefania spende gli ultimi spiccioli d' energia sul rettilineo d' arrivo e parte il count.down: cinque, quattro, tre, due, uno. E' un modo per dire: hai vinto; ma anche per ricordarle i cinque piazzamenti in questa sua incredibile Olimpiade, cominciata perdendo lacrime, finita alla stessa maniera".
Credits Video: archeosport
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Ad Albertville, Stefania Belmondo, ventitreenne va all'assalto di quelle che devono essere le sue Olimpiadi. Arriva all'ultima giornata di gare con un Argento individuale e un Bronzo in staffetta: la 30 km è gara nuova nel programma olimpico e lo scricciolo di Pietraporzio inaugura l'albo d'oro a cinque cerchi con la sua firma.
Corriere della Sera - 22 febbraio 1992
"E proprio dalla tribuna si leva il conto alla rovescia che spazza via i dubbi di Stefania gia' passata sotto il traguardo, che muta in un grido di gioia l' ansia dell' attesa. Liubov Egorova e' ancora lontana e il tabellone elettronico scandisce la sua rimonta impossibile, ed infine sovrappone il tempo ottenuto dall' azzurra a quello della russa, destinato ad appesantirsi di secondi di svantaggio: alla fine saranno ventidue. Ma ad un certo punto della gara, esattamente tra il 18mo e il 20mo chilometro i secondi si erano ridotti a 4.9 soltanto; la partenza bruciante della Belmondo sembrava fare i conti con lo sforzo calcolato della Egorova. Quel vantaggio rassicurante di 27" dopo 6,9 km aveva avuto il potere di far passare un brivido di euforia in mezzo alle genti azzurre, tecnici, dirigenti e pubblico imbandierato, capace di sfrattare per una volta i norvegesi dal loro accampamento. Eppure anche quel vantaggio disossato bastava a tenere in vita la fiducia, perche' Stefania non sembrava avvertire la fatica, il passo tanto leggero da far dire a Manu' Di Centa (alla fine sesta, con Paruzzi dodicesima): "E' come una farfalla che vola altissima".
Insomma la trama di corsa era un dialogo a due: ad ogni passaggio tutti li' ad aspettare Stefania, e poi come metronomi a scrutare l' orizzonte e l' orologio per confrontare il tempo della Egorova, partita tre minuti e mezzo piu' tardi. Ed ecco che quei miseri 4" e 9 di vantaggio diventano 7", poi 10" e a mano a mano si ingrossano, fino a diventare rassicuranti. Ma come spiegarlo alla fanciulla che nella 5 km ha smarrito il bronzo, che sentiva suo, per tre secondi appena? Ed e' bello che tocchi al paese in coro annunciare che il tempo per una medaglia d' oro femminile nel fondo e' ormai alle porte. Stefania spende gli ultimi spiccioli d' energia sul rettilineo d' arrivo e parte il count.down: cinque, quattro, tre, due, uno. E' un modo per dire: hai vinto; ma anche per ricordarle i cinque piazzamenti in questa sua incredibile Olimpiade, cominciata perdendo lacrime, finita alla stessa maniera".
Cesare Fiumi
Credits Video: archeosport
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