[postlink]http://videodisport.blogspot.com/2010/03/atletica-olimpiadi-1988-maratona-m-seul.html[/postlink]http://www.youtube.com/watch?v=xZaR5-UdJtAendofvid
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Una delle pagine più belle ed importanti della storia della maratona azzurra: Gelindo Bordin conquista l'Oro di Olimpia a Seul 1988: ottanta anni dopo la mancata impresa di Dorando Pietri a Londra, un italiano è finalmente campione olimpico nella Maratona. L'ingresso allo stadio di Seul è un tripudio di colori ed emozioni: Gelindo percorre gli ultimi metri quasi in apnea e, una volta superata la linea d'arrivo (fissando i cronometri sul tempo di 2h10'32"), si china e bacia la pista che gli ha regalato quanto di più grande un atleta possa sognare.
Repubblica - 4 ottobre 1988
"Gelindo Bordin ha vinto a Seul la maratona della XXIV Olimpiade. Ha così coronato un decennio di sostanziale e civile bontà della scuola italiana, già segnalatasi per mezzo suo, di Pizzolato e di Poli nelle grandi maratone d' America. Con questa memorabile prestazione, il veneto Bordin si pone quale atleta eponimo dell' intero olimpismo italiano. La maratona è infatti simbolo di corsa eroica fino al possibile sacrificio della vita, di stoica resistenza, di coraggio, cioè di forza ideale superiore alla stessa energia fisica. Così andando le cose, al limite delle possibilità umane, lo jato fra eccellenza sportiva e smodatezza retorica diventa minimo, perché risulta assai spesso facile superarlo, e quindi cadere in esagerazioni di dubbio gusto e scoperta falsità.
Gelindo Bordin è nel pieno della sua maturità atletica, non avendo ancora compiuto i trent' anni. E' stato espresso da uno dei gruppi più sani e giovani del composito e travagliato etnos italiano. I suoi vicini parenti sono i Cimbri e i Teutoni rimandati dai romani all' altopiano dal quale erano partiti poco prima del 100 avanti Cristo. Sua gente di base sono i veneti, di nobile schiatta indo-europea. Inoltre, la sua cultura cristiana lo segnala come un uomo buono e generoso. Appena riportata la folgorante vittoria, egli ha avvertito in se stesso l' impellente necessità di dedicarla a tutti coloro che avrebbero potuto trarne onesto vantaggio morale! Nel pronunciare queste parole, in verità fin troppo grosse, la sua voce aveva assunto i toni un po' sognanti ed ambigui, non falsi!, dell' apostolo. E in certo modo è stato un apostolo Gelindo Bordin, degno in tutto del nome che si ritrova, incolpevole, fin dal giorno in cui è stato portato alla fonte battesimale. Nel sognante presepe della mia infanzia, Gelindo era il pastore che con un agnello in spalla stava più vicino di tutti alla santa capanna di Betlemme. Nella meno sognante realtà della mia vecchiezza, Gelindo Bordin ha il grande merito di toglier fuori i creduli italiani dal mito di Dorando Pietri, eroe e martire".
Credits Video: straitaliano1
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Una delle pagine più belle ed importanti della storia della maratona azzurra: Gelindo Bordin conquista l'Oro di Olimpia a Seul 1988: ottanta anni dopo la mancata impresa di Dorando Pietri a Londra, un italiano è finalmente campione olimpico nella Maratona. L'ingresso allo stadio di Seul è un tripudio di colori ed emozioni: Gelindo percorre gli ultimi metri quasi in apnea e, una volta superata la linea d'arrivo (fissando i cronometri sul tempo di 2h10'32"), si china e bacia la pista che gli ha regalato quanto di più grande un atleta possa sognare.
Pos | Atleta | Tempo |
---|---|---|
Gelindo Bordin (ITA) | 2h10'32 | |
Douglas Wakiihuri (KEN) | 2h10'47 | |
Hussein Ahmed Salah (DJI) | 2h10'59 |
Repubblica - 4 ottobre 1988
"Gelindo Bordin ha vinto a Seul la maratona della XXIV Olimpiade. Ha così coronato un decennio di sostanziale e civile bontà della scuola italiana, già segnalatasi per mezzo suo, di Pizzolato e di Poli nelle grandi maratone d' America. Con questa memorabile prestazione, il veneto Bordin si pone quale atleta eponimo dell' intero olimpismo italiano. La maratona è infatti simbolo di corsa eroica fino al possibile sacrificio della vita, di stoica resistenza, di coraggio, cioè di forza ideale superiore alla stessa energia fisica. Così andando le cose, al limite delle possibilità umane, lo jato fra eccellenza sportiva e smodatezza retorica diventa minimo, perché risulta assai spesso facile superarlo, e quindi cadere in esagerazioni di dubbio gusto e scoperta falsità.
Gelindo Bordin è nel pieno della sua maturità atletica, non avendo ancora compiuto i trent' anni. E' stato espresso da uno dei gruppi più sani e giovani del composito e travagliato etnos italiano. I suoi vicini parenti sono i Cimbri e i Teutoni rimandati dai romani all' altopiano dal quale erano partiti poco prima del 100 avanti Cristo. Sua gente di base sono i veneti, di nobile schiatta indo-europea. Inoltre, la sua cultura cristiana lo segnala come un uomo buono e generoso. Appena riportata la folgorante vittoria, egli ha avvertito in se stesso l' impellente necessità di dedicarla a tutti coloro che avrebbero potuto trarne onesto vantaggio morale! Nel pronunciare queste parole, in verità fin troppo grosse, la sua voce aveva assunto i toni un po' sognanti ed ambigui, non falsi!, dell' apostolo. E in certo modo è stato un apostolo Gelindo Bordin, degno in tutto del nome che si ritrova, incolpevole, fin dal giorno in cui è stato portato alla fonte battesimale. Nel sognante presepe della mia infanzia, Gelindo era il pastore che con un agnello in spalla stava più vicino di tutti alla santa capanna di Betlemme. Nella meno sognante realtà della mia vecchiezza, Gelindo Bordin ha il grande merito di toglier fuori i creduli italiani dal mito di Dorando Pietri, eroe e martire".
Gianni Brera
Credits Video: straitaliano1
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